Venerdì 29 aprile si è svolto a Foligno, in anteprima dell’inaugurazione del Centro diocesano “Fratelli tutti”, un interessante e partecipato convegno promosso dall’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro della Diocesi di Foligno in collaborazione con Confindustria sezione territoriale di Foligno rappresentata dal Presidente Corrado Bocci. Dopo l’accoglienza di Mons. Luigi Filippucci direttore dell’ufficio diocesano, l’intervento del vice sindaco Riccardo Meloni che ha portato il saluto ai partecipanti dell’amministrazione comunale presente anche con Agostino Cetorelli assessore per le politiche sociali. Gradita la presenza, che ha arricchito l’annuale convegno sul lavoro, sia di Fausto Cardella già procuratore generale di Perugia e attuale presidente della Fondazione umbra contro l’usura che di don Bruno Bignami direttore nazionale dell’ufficio per i problemi sociali ed il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana. Il Vescovo della Diocesi di Foligno, Mons. Domenico Sorrentino, ha sottolineato l’importanza di quest’appuntamento sottolineando come “questo luogo deve diventare uno spazio globale per generare una fraternità, una solidarietà”. Un luogo dove la cultura, l’economia, la pastorale, si fa in maniera diversa, dove incontrare e toccare la carne delle persone più fragili. Un luogo, ha detto il presule, che “ci deve aiutare a pensare un modello di società che mette al centro prima di tutto la persona”. Stimolante la relazione centrale del Prof. Pierluigi Grasselli direttore osservatorio povertà e inclusione sociale della Caritas della Diocesi di Perugia – Città della Pieve. E’ stato docente di Politica Economica presso l’Università degli Studi di Perugia. La rigenerazione di un territorio, di una comunità, ha sottolineato il prof. Grasselli, richiede dunque una visione diversa cioè “un’economia a misura d’uomo, impegnata a contrastare la crisi climatica, con le migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali e soprattutto con la partecipazione dei cittadini”. Citando il “Manifesto di Assisi” del 24 gennaio 2020 per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica, che è stato sottoscritto da quasi 2mila persone, l’economista ha voluto evidenziare come noi uomini e donne siamo gli amministratori dei beni della Terra ma “dobbiamo distribuirli con inclusione di tutti, promuovendo una nuova fraternità, esercitando la reciprocità, praticando una libertà responsabile, per un’economia più giusta, sostenibile, solidale, inclusiva in direzione di una configurazione di Bene Comune: bene di tutti, bene per tutti, costruito da tutti, con al centro la persona”. Se questo è il traguardo complessivo cui tendere, che tipo di lavoro può condurci ad esso? Un lavoro certamente legato ad un progetto individuale di crescita personale e di auto-affermazione, evidenzia l’economista, connesso ad un progetto di sviluppo locale e di rigenerazione del territorio. Un lavoro che possiamo definire con le parole di Papa Francesco “libero, creativo, partecipativo e solidale”. Un lavoro, evidenzia Grasselli, “che affermi appieno sia la dignità dell’uomo ma che soddisfi la ricerca di significato”. Quest’ultima motivazione, secondo recenti studi, è fondamentale dell’azione economica. In conclusione, “partire dai bisogni e dai desideri delle persone, con una leadership cooperativa, che fa affidamento sulla delega, che stima e dà autonomia ai collaboratori, che accetta il cambiamento e lo governa, che incentiva la creatività e le passioni. Un lavoro basato insomma sulla valorizzazione della nostra umanità”. Questo è il futuro del lavoro.